ESERCIZI SPIRITUALI PRESBITERI DIOCESI DI REGGIO EMILIA-GUASTALLA
MAROLA 6-10 NOVEMBRE 2017
MONS. LUCIANO MONARI
Sintesi: Paolo Cugini
V MEDITAZIONE
Giovanni
4.
E’
un brano con un significato cristologico. La Samaritana fa un cammino per cogliere
Gesù come il Salvatore. Questa rivelazione avviene attraverso una serie di
temi.
Gesù
deve passare per la Samaria. In realtà non è una necessità, ma deve passare per
la Samaria perché è un territorio semi pagano. E’ significativo che questa
figura della Samaritana rappresenti la terra della Samaria. I cinque mariti
dicono di un’infedeltà, che rappresenta il cammino d’Israele.
Il primo tema è quello dell’acqua.
Il pozzo di Giacobbe. L’acqua del pozzo è preziosa perché necessaria per la
vita. Però, nel corso del dialogo si sottolinea il fatto che toglie la sete
solo per un po’, la rimanda, ma non viene tolta. Non è capace di togliere il
bisogno che l’uomo ha di vita. E’ un’immagine significativa perché dice della
condizione dell’uomo, la cui vita è fatta di desiderio, che diventa
soddisfazione, che poi passa e si ricomincia daccapo. Non c’è una ricchezza che
soddisfi del tutto. Ciò vale anche per le emozioni. Dice Gesù: chi beve dell’acqua
che io gli darò non avrà mai più sete. E’ un’acqua magica, capace di soddisfare
la sete per sempre, anzi è capace di trasformare l’uomo in una sorgente. E’ un’acqua
che viene dal di dentro e produce vita. Si tratta di allargare il desiderio, di
cogliere nell’acqua del pozzo un’allusione a qualcos’altro. C’è un’acqua con
capacità di pienezza. In Gv questo discorso ritorna più volte. Esempio è l’immagine
della luce.
Il
tema del dono. “Se
tu conoscessi il dono di Dio e colui che ti dice dammi da bere”. Il dono
è una dimensione che attraversa tutta l’esperienza di fede. Il desiderio può
essere soddisfatto solo dal dono. Il perdono, la vita, l’amore non si possono
comprare, ma solo accogliere. L’uomo ha bisogno di amicizia, stima, fraternità
se vuole vivere umanamente: questo è l’ambito del dono. Il dono può essere
fatto di cose materiali, ma non sono mai solo materiali quando entra in gioco
il dono. Nel dono c’è sempre il donatore. Se un dono è il dono dell’amico, nel
dono c’è sempre anche lui. Il dono di Dio vuole stabilire un legame con noi. Gesù
è il dono di Dio per noi. Gesù è capace di darci dell’acqua che zampilla per la
vita eterna. Gesù s’identifica con il dono perché quando dona, dona se stesso,
il suo amore, la sa vita, i suoi segni, la sua parola. Stabilisce un legame di
pienezza. Devi conoscere il dono e il donatore. Conoscere solo il dono non
basta. Il donatore si consegna nel dono.
Tema
dell’inquietudine umana. La donna chiede quell’acqua
miracolosa. Gesù risponde cambiando prospettiva introducendo un tema nuovo. Viene
fuori tutta l’inquietudine di questa donna. E’ passata dall’inquietudine senza
trovare pace. L’uomo ha bisogno di felicità. L’uomo però riesce a raggiungere
solo dei frammenti di felicità, che gli danno l’impressiona di essere felice,
ma non dura. Questa condizione della donna Gesù la conosce. Gv 2: Gesù conosceva tutti. Sapeva quello che c’è
in ogni uomo. Questa conoscenza di Gesù è frequente nel Vangelo di Gv. Non
c’è nessuno che si nasconda agli occhi del Signore. Cfr. sal 139. Questa
conoscenza è di rivelazione che Gesù ha in quanto rivelatore del mistero stesso
di Dio. La Samaritana riconosce a Gesù che è un profeta, che sente quello che
sente Dio, condivide il mondo interiore di Dio.
La donna pone la domanda: dov’è il luogo in
cui bisogna adorare? C’è il problema dell’autenticità del culto. Il
problema è: c’è la possibilità per l’uomo d’incontrare realmente Dio? C’è la
possibilità che l’uomo possa incontrarsi con la pienezza di Dio. La risposta di Gesù: i veri adoratori
adoreranno il Padre in Spirito e verità. Perché Dio è Spirito. E’ giunto il
momento della rivelazione. Gesù parla di Padre: siamo davanti alla rivelazione
della paternità di Dio. In Spirito e Verità. Il vero luogo di Culto è ormai lo
Spirito e la Verità. Nel Vangelo di Giovanni la Verità è Gesù. Gesù è re,
esercita una sovranità su coloro che hanno la loro origine nella Verità, che è
la rivelazione del mistero di Dio. E’ il ministero dell’amore di Dio che Gesù
rende visibile con la sua vita, la sua opera e le sue parole. La Verità è che
Dio è luce e amore. Sono le uniche definizioni di Dio che troviamo in Gv. Il
luogo del culto è la rivelazione dell’amore di Dio in Gesù Cristo. Non c’è
possibilità di adorare il Padre se non in Gesù. Lo Spirito: essere nella Verità
non significa avere delle convinzioni religiose corrette, ma essere mossi dallo
Spirito di Dio, dal suo amore e dalla sua santità. La misura dello Spirito è
quella dell’amore di Dio. Il culto vuole arrivare lì. Attraverso il culto l’uomo
impara a fare ciò che Dio vuole. Lo Spirito è quell’impulso di origine divina
che stabilisce nel cuore la sintonia con Dio. Lo Spirito scruta ogni cosa
(cfr.Rom 8). E’ in questo Spirito che è possibile adorare Dio realmente.
Tema
dell’attesa dell’uomo e della risposta di Dio.
Il mistero del culto nuovo va oltre la localizzazione sarà sciolto dal messia. Il
discorso raggiunge il tema dell’attesa biblica. La vita d’Israele ha la sua
origine in un’opera di salvezza che tende all’attesa di un intervento
definitivo di cui il Messia è lo strumento concreto. Gesù si presenta come la
risposta concreta dell’attesa d’Israele.
Sono Io: è anche la risposta all’attesa
dell’uomo. L’uomo vive anche di quello che spera. In Gesù si compie il
contenuto dell’attesa dell’uomo. Nel cammino dell’uomo non si va oltre Gesù
Cristo, un’esistenza che sia amore oblativo per gli altri. Sono Io: il Gesù c’è
la pienezza che non può essere superata. Gesù è la forma suprema dell’umanità,
è la risposta alla speranza dell’uomo.
La
donna lascia la brocca. La brocca è il simbolo del desiderio
umano che non aveva ancora un contenuto preciso. La donna in realtà cercava l’acqua
della vita. Nella città la donna diventa testimone raccontando la sua
esperienza.
C’è
anche il tema del cibo. C’è un cibo che i discepoli sono
andato a procurarsi, ma c’è un cibo vero. Il cibo è ciò di cui si vive. Il cibo
vero è il fare la volontà di Dio. Gesù è venuto per fare la volontà del Padre.
Gv 6,38: che io non perda nulla di quanto
Egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno. Il tema della volontà
può essere riassunta nel fatto che Dio vuole che l’uomo viva. Gv. 17: io ti ho
glorificato compiendo l’opera che tu mi hai dato: dia la vita eterna a tutti
coloro che tu mi hai dato.
Professione
di fede degli uomini di Samaria: credono in Gesù
a motivo della testimonianza della donna. Quando questi uomini hanno la
possibilità di realizzare un contatto con Gesù, credono per la Parola che hanno
ascoltato.
Esercizio:
rivedere i nostri desideri e dilatarli. Vedere l’incontro con Gesù come
manifestazione dei desideri che abbiamo nel cuore. Possiamo anche immedesimarci
nei discepoli.
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