martedì 10 novembre 2015

VEDRANNO IL FIGLIO DELL'UOMO




Paolo Cugini


La penultima domenica del tempo ordinario ci presenta una pagina del Vangelo inquietante. La leggiamo a partire dal contesto liturgico che c’invita a verificare il cammino di fede intrapreso durante l’anno. Il Vangelo ci ricorda che c’è un giorno finale, c’è una ressa dei conti, c’è un punto d’arrivo: non camminiamo a caso o verso il nulla. I gesti, le scelte che abbiamo realizzato durante l’anno avrebbero dovuto avere il sapore del Vangelo, il sapore della pace, della giustizia e della misericordia. In questo cammino il Vangelo di oggi ci dice che dovremmo accorgerci della vicinanza del Signore. Ci sono dei segni della sua presenza nella storia che il Signore pone e siamo invitati a riconoscere.
Li riconosciamo se durante il cammino siamo attenti, se siamo preoccupati di fare tutto – ricordiamo il Vangelo di domenica scorsa – conforme alla sua volontà. La mancanza di attenzione è sintomo di un cammino distratto, spensierato, proteso a risolvere i nostri affari. C’è una sana tensione che caratterizza la vita del cristiano e della comunità cristiana, una sana inquietudine che spinge a cercare continuamente il volto del Signore nelle persone che incontriamo, nelle scelte che realizziamo, nelle cose che facciamo.

 E’ questa sana tensione che ci spinge a cercare il volto del Signore e a desiderare d’incontrarlo nel cammino. Quando questo è vero la pagina di oggi diviene un grande balsamo per la nostra vita di fede: “allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria”. E’ proprio questo che la Chiesa desidera, che il Signore venga in mezzo a noi ed è proprio questo grido che uscirà dalla Chiesa durante il tempo di Avvento ormai alle porte: Maranathà, vieni Signore Gesù. 

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